Perché l’Asia rappresenta il futuro per gli esportatori tedeschi

Lasciate che inizi con una storia vissuta poche settimane fa:

Un cliente mi telefona. Frustrato. La sua imposizione fiscale in Germania oltrepassava il 45%. Allo stesso tempo, desiderava espandere le sue esportazioni verso l’Asia. La sua domanda: Richard, dove posso risparmiare legalmente sulle tasse e, allo stesso tempo, entrare al meglio nel business asiatico?

Questa esatta domanda la sento ogni giorno.

Ed è qui che nasce un enorme malinteso:

La maggior parte degli esportatori tedeschi pensa che debba scegliere tra ottimizzazione fiscale e penetrazione strategica del mercato. Questo è semplicemente sbagliato.

In realtà, potete combinare entrambe le cose. L’Asia non offre solo i mercati più dinamici al mondo. Offre anche regimi fiscali che possono ridurre in maniera significativa l’onere complessivo.

Diamoci uno sguardo ai numeri: Il mercato asiatico rappresenta già il 36% del PIL globale (Fonte: Asian Development Bank, 2024). Entro il 2030, il 65% della popolazione mondiale vivrà in Asia. A conti fatti: chi oggi non è attivo in Asia si perde la più grande opportunità economica della nostra epoca.

Ma da dove cominciare?

Tre location spiccano: Singapore, Dubai e Hong Kong. Ognuna offre vantaggi unici per gli esportatori tedeschi — ma anche alcune insidie.

Per questo oggi vi mostro quale hub si adatta davvero al vostro modello di business. Senza slogan promozionali. Con numeri concreti e consigli pratici.

I quattro fattori chiave per la scelta della location

Prima di entrare nei dettagli, dovreste conoscere questi quattro criteri:

  • Trattamento fiscale: Quanto pesa davvero la tassazione globale?
  • Accesso al mercato: Quali accordi e accessi ai mercati offre la location?
  • Sicurezza giuridica: Quanto è stabile il contesto politico-legale?
  • Efficienza operativa: Quanto è complessa la gestione quotidiana?

Questi quattro punti determinano il successo o il fallimento della vostra strategia asiatica.

Perché la consulenza classica non basta

La maggior parte dei consulenti fiscali si concentra solo sull’aliquota. Ma è una visione troppo ristretta. Un’aliquota bassa non serve a nulla se:

  • Non avete accesso ai mercati target
  • I requisiti di sostanza (Economic Substance Requirements) fanno lievitare i vostri costi
  • Un’instabilità politica compromette la pianificazione
  • Mancano gli accordi contro la doppia imposizione o sono sfavorevoli

Per questo, come vostro mentore fiscale, il mio approccio è diverso. Guardo all’insieme: al vostro business, alle vostre ambizioni, alla vostra propensione al rischio.

Siete pronti per un’analisi onesta dei tre hub principali?

I tre principali hub strategici a confronto

Prima di tutto, lasciate che vi dia una panoramica compatta. Questa tabella vi mostra i dati essenziali a colpo d’occhio:

Criterio Singapore Dubai Hong Kong
IRES società 17% (effettivi spesso 8-10%) 9% (dal 2023) 16,5%
CDI con la Germania Sì, molto favorevole Sì, dal 2010 Sì, consolidato
Accordi commerciali Oltre 25 FTAs Oltre 20 accordi Accesso a Cina
Costi di costituzione 3.000-5.000 EUR 5.000-8.000 EUR 2.000-4.000 EUR
Requisiti di sostanza Alti Medi Alti
Stabilità politica Molto alta Alta Incerta

A un primo sguardo Dubai sembra il vincitore: aliquota più bassa, requisiti di sostanza moderati.

Ma attenzione.

La realtà è più articolata. Vediamo perché le valutazioni superficiali possono essere rischiose.

I costi nascosti dei requisiti di sostanza

Ciascuna delle tre piazze richiede una sostanza economica reale (Economic Substance). Ossia: dovete dimostrare attività imprenditoriale concreta sul territorio.

Cosa significa in concreto:

  • Personale qualificato: 1-3 dipendenti locali full time, secondo il business
  • Uffici: Spazi idonei, non solo una casella postale
  • Gestione locale: Riunioni del CdA periodiche in sede
  • Contabilità: Tenuta contabile e bilancio in loco

Questi requisiti possono aumentare i costi annui di 50.000-150.000 EUR. Improvvisamente l’aliquota bassa non è più così irresistibile, vero?

Accesso al mercato: molto più che solo risparmio fiscale

Qui sta la chiave per gli esportatori tedeschi: la giusta location apre le porte ai vostri mercati target.

Singapore, per esempio, grazie all’accordo di libero scambio UE-Singapore (EUSFTA) dal 2019, offre importanti vantaggi doganali. I vostri prodotti tedeschi spesso accedono senza dazi o con dazi ridotti nel Sud-Est asiatico.

Dubai invece è il gateway per la regione MENA (Middle East and North Africa) e l’India — mercati con oltre 2 miliardi di consumatori.

Dunque, la domanda non è: dove pago meno tasse?

Bensì: dove massimizzo il profitto netto e ottengo l’accesso ai mercati più vantaggiosi?

Il timing fa la differenza

Un punto che molti sottovalutano: la location ideale dipende dalla vostra situazione attuale.

Siete già un esportatore consolidato con oltre 2 milioni di euro di fatturato? Avete priorità diverse rispetto a una startup da 200.000 euro l’anno.

Perciò ora analizziamo ogni piazza nei dettagli. Con numeri concreti — per modelli di business diversi.

Singapore: Il classico consolidato con accordo commerciale UE

Singapore è la Mercedes fra le destinazioni asiatiche. Costosa, affidabile e di prestigio.

Parliamo chiaro: Singapore non è la sede più economica. Ma per molti esportatori tedeschi è la soluzione più intelligente.

Perché?

Vantaggi fiscali per aziende tedesche: i numeri reali di Singapore

Formalmente l’aliquota corporate è al 17%. Nulla di eccezionale. Ma guardate meglio:

  • Partial Tax Exemption: I primi 200.000 SGD (circa 135.000 EUR) sono tassati all’8,5%
  • Start-up Tax Exemption: Nuove società pagano ancor meno per i primi tre anni
  • Pioneer Status: Solo 5-10% di tasse per 5-15 anni su alcune attività
  • No capital gain tax: Plusvalenze su azioni sono esenti
  • No withholding tax: I dividendi verso soci tedeschi non sono soggetti a ritenuta

In pratica: il carico effettivo è spesso fra 8-12%. Molto al di sotto del nominale 17%.

In più il doppio accordo contro la doppia imposizione (CDI) con la Germania è fra i più favorevoli al mondo.

Penetrazione del Sud-Est asiatico: Il vostro vantaggio strategico

Qui Singapore brilla davvero. Il city state ha firmato oltre 25 accordi di libero scambio (FTA). I più rilevanti per chi esporta dalla Germania:

  • EU-Singapore FTA (EUSFTA): Esportazione di numerosi prodotti tedeschi senza dazi
  • ASEAN Free Trade Area: Accesso privilegiato a 650 milioni di consumatori
  • CPTPP: Accesso a Giappone, Australia, Canada
  • RCEP: Accesso diretto alla Cina

Tradotto nella pratica: un’azienda tedesca della meccanica può esportare prodotti in ASEAN tramite Singapore con dazi ridotti del 5-15%.

Su un export annuo da 5 milioni EUR, il risparmio solo sui dazi sarà tra 250.000 e 750.000 EUR.

Requisiti di sostanza: impegnativi ma trasparenti

Singapore richiede molta sostanza — ma le regole sono chiare. La Monetary Authority of Singapore (MAS) vigila scrupolosamente:

  • Almeno 2 dipendenti locali (stipendio: 36.000-60.000 SGD/anno)
  • Uffici idonei (costi: 3.000-8.000 SGD/mese)
  • Riunioni di CdA trimestrali in sede
  • Contabilità locale gestita da un professionista qualificato

Costo annuo realistico per la sostanza: 120.000-180.000 EUR.

Sembrano tanti? Lo sono. Ma sono costi pianificabili e tutelano la sicurezza giuridica.

Quando Singapore è la scelta giusta?

Singapore fa per voi se:

  • Il vostro fatturato supera i 2 milioni EUR annui
  • Puntate a esportare principalmente verso i mercati ASEAN
  • La sicurezza giuridica è la vostra massima priorità
  • Siete pronti a investire in presenza reale sul posto
  • Avete un modello di business centrato su IP (software, brevetti, licenze)

Gli svantaggi: cosa Singapore non offre

Parlare chiaro fa parte della mia consulenza. Singapore presenta anche degli svantaggi:

  • Alto costo della vita: È una delle città più care al mondo
  • Regole rigide: Tolleranza zero sulle infrazioni
  • Mercato limitato: Focus sui paesi ASEAN, meno su Cina/India
  • Costi d’ingresso alti: Non adatta a imprese piccole

Inoltre, le autorità sono molto scrupolose. Un errore di compliance può costare caro.

Caso pratico: Ingegnere meccanico tedesco a Singapore

Un mio cliente, costruttore meccanico del Baden-Württemberg, ha impostato una struttura a Singapore nel 2022:

  • Business tedesco: 8 milioni EUR di fatturato, 45% di tasse
  • Struttura Singapore: IP Holding per brevetti, licenze verso la GmbH tedesca
  • Risultato: Tasse complessive ridotte al 28%, migliore accesso ai mercati ASEAN
  • Risparmio annuo: 680.000 EUR al netto di tutti i costi

Importante: Questa struttura funziona solo con reale sostanza economica in Singapore.

Dubai: Il nuovo centro commerciale tra Est e Ovest

Dubai è la new entry che sta attirando tutte le attenzioni. IRES al 9% dal 2023. Suona allettante, vero?

Ma è giusto che vi racconti tutta la storia.

Negli ultimi anni Dubai ha vissuto una metamorfosi straordinaria. Da polo del petrolio a centro commerciale diversificato. E offre opportunità uniche agli esportatori tedeschi.

Dubai vs Hong Kong come sede aziendale: la nuova realtà

Molti clienti mi chiedono: Richard, perché Dubai invece di Hong Kong? La risposta è semplice:

Dubai è più stabile politicamente e offre un accesso migliore ai mercati in crescita.

Mentre Hong Kong vive le conseguenze delle tensioni politiche, Dubai si propone come hub neutrale fra Europa, Asia e Africa.

Nuovo regime fiscale: quello che conta davvero

Dal giugno 2023 negli Emirati è in vigore un’IRES al 9%. Ancora molto vantaggiosa. Ma attenzione ai dettagli:

  • No tax area: I primi 375.000 AED (ca. 102.000 EUR) sono esenti
  • Aliquota 9%: Sugli utili eccedenti la soglia
  • Regime Free Zone: Aziende qualificabili restano al 0%
  • No withholding tax: Dividendi, interessi e royalties senza ritenuta
  • No tax personali: L’imposta sul reddito personale resta allo 0%

Un’azienda con 500.000 EUR di utile paga solo il 6,8% effettivo.

Ma c’è una sorpresa: Le regole sulle Freezone si sono fatte più stringenti.

Freezone o Mainland: quale soluzione per voi?

Dubai offre due principali opzioni:

Criterio Freezone Mainland
IRES società 0% (se qualificati) 9%
Partecipazione straniera 100% 100%
Mercato locale Limitato Completo
Apertura conto bancario Più difficile Più facile
Requisiti di sostanza Alti per aliquota 0% Moderati
Costo ufficio 20.000-80.000 EUR/anno 15.000-40.000 EUR/anno

Per la maggior parte degli esportatori tedeschi oggi la mainland è di solito la scelta migliore. Perché?

I criteri per mantenere lo 0% di tassa nella Freezone sono diventati molto severi. Bisogna dimostrare che almeno il 70% delle attività è davvero svolto nella zona franca.

Accesso al mercato MENA: il vostro gateway per 2 miliardi di consumatori

Qui la vera forza di Dubai. Gli Emirati hanno accordi strategici con:

  • GCC: Commercio senza dazi con Arabia Saudita, Qatar, Kuwait
  • CEPA con l’India: Dazi ridotti sul 90% dei prodotti
  • Abraham Accords con Israele: Accesso diretto
  • African Continental Free Trade Area (AfCFTA): Export via Dubai verso l’Africa

Esempio concreto: un fornitore tedesco dell’auto può piazzare prodotti in Arabia Saudita o India risparmiando tra il 15 e 25% di dazi tramite Dubai.

Su un export da 3 milioni EUR il risparmio è 450.000-750.000 EUR l’anno.

Requisiti di sostanza: pragmatici ma da non sottovalutare

Dubai ha i requisiti più pragmatici tra le tre sedi:

  • Almeno 1 dipendente locale (basta per aziende piccole)
  • Uffici veri: Sede reale, no virtual office
  • Contabilità locale: Da professionista abilitato
  • CdA annuale: Almeno una volta l’anno in sede

Costo annuo realistico per la compliance: 60.000-120.000 EUR.

Molto meno di Singapore.

Il nuovo accordo contro la doppia imposizione Germania-Emirati

Dal 2010 esiste una CDI tra Germania ed Emirati. È solida, ma meno generosa di quella con Singapore.

Punti da notare:

  • Dividendi: 5% di ritenuta (con partecipazione sopra il 25%)
  • Royalties: Nessuna ritenuta
  • Interessi: Nessuna ritenuta
  • Utili aziendali: Tasse solo dove si trova la gestione effettiva

Quando Dubai è la scelta giusta?

Dubai fa per voi se:

  • Volete esportare nella regione MENA o in India
  • Il vostro fatturato annuo sta tra 500.000 e 5 milioni EUR
  • Preferite un ambiente pragmatico con compliance snella
  • Volete beneficiare della no tax personale (per autonomi)
  • Gestite modelli trading o distribuzione

Le sfide: cosa considerare

Dubai non è perfetta. Ecco cosa sapere:

  • Nuove leggi fiscali: Il 9% di IRES deve ancora stabilizzarsi del tutto
  • Problemi bancari: Aprire conti può essere complicato
  • Cultura d’impresa: Molto diversa dall’Europa
  • Rischio di cambio (AED/USD): L’AED è agganciato al USD

Caso pratico: imprenditore e-commerce tedesco a Dubai

Un mio cliente ha aperto una struttura a Dubai per il suo e-commerce nel 2023:

  • Punto di partenza: 1,2 milioni EUR di fatturato, 42% di tasse in Germania
  • Struttura Dubai: Mainland company per espansione MENA
  • Risultato: Aliquota al 9%, crescita del fatturato del 300% nell’area MENA
  • Risparmio annuo: 396.000 EUR con fatturato sensibilmente maggiore

La chiave era l’effettivo accesso al mercato. Dubai non era solo uno strumento fiscale, ma un vero hub commerciale.

Hong Kong: Il vostro accesso alla Cina nonostante le sfide politiche

Hong Kong è diventata una sfida. Preferisco dirvelo senza filtri.

Un tempo Hong Kong era il re indiscusso del business con la Cina. Oggi la realtà è decisamente più sfaccettata.

Ma prima di escludere Hong Kong, voglio mostrarvi perché in determinati business rimane molto attrattiva.

La realtà politica: giudizio sincero sulla situazione

Dopo le proteste del 2019 e la legge sulla sicurezza nazionale del 2020 Hong Kong è cambiata. Impatti diretti sul business:

  • Sicurezza giuridica: Ancora elevata, ma con zone d’ombra
  • Percezione internazionale: Molte aziende occidentali sono diventate più caute
  • Banche: Alcune banche internazionali hanno ridotto la presenza
  • Compliance: Obblighi e controlli aggiuntivi

Detto ciò, Hong Kong resta un centro finanziario e commerciale efficiente. La domanda vera è: corrisponde al vostro profilo di rischio?

I vantaggi fiscali: sempre competitivi

Fiscale, Hong Kong resta molto appetibile:

  • IRES: 16,5% (8,25% sui primi 2 milioni HKD di utili)
  • Principio territoriale: Si tassa solo il reddito prodotto a HK
  • No withholding tax: Su dividendi, interessi e royalties
  • No capital gain tax: Plusvalenze quasi sempre esenti
  • Regime fiscale semplice: Meno complessità di altre giurisdizioni

Il principio territoriale è particolarmente interessante: utili realizzati fuori HK spesso non sono tassati.

Accesso alla Cina: ancora imbattibile

Questo è l’asso nella manica di Hong Kong. Nonostante gli sviluppi politici, resta la porta d’ingresso privilegiata alla Cina:

  • CEPA: Accesso privilegiato al mercato cinese
  • Cross-border financing: Flussi di capitale semplici con la Cina continentale
  • Sistema giuridico: Common law riconosciuto a livello internazionale
  • Valuta: HKD convertibile, agganciato al dollaro USA

Per aziende tedesche che puntano seriamente alla Cina, Hong Kong spesso resta la soluzione migliore.

Requisiti di sostanza: moderati e chiari

Hong Kong ha regole precise ma non troppo onerose sul piano della sostanza:

  • Director locale: Almeno uno residente a HK
  • Ufficio vero: Non solo una casella postale
  • Contabilità locale: Da professionista autorizzato
  • Annual return: Presentazione annuale ai registri

Costo annuo realistico per la compliance: 25.000-60.000 EUR.

Molto più accessibile di Singapore o Dubai.

Il CDI con la Germania: base affidabile

L’accordo contro la doppia imposizione tra Germania e Hong Kong è consolidato e funziona:

  • Dividendi: 5% di ritenuta (con partecipazione sopra il 25%)
  • Royalties: 7% di ritenuta
  • Interessi: 10% di ritenuta
  • Utili: Tassazione dove si trova la gestione vera

Quando Hong Kong rimane la scelta giusta

Hong Kong fa per voi se:

  • La Cina è il vostro mercato target primo
  • Siete una realtà consolidata con flussi di cassa stabili
  • Sapete muovervi nonostante le incertezze politiche
  • Il vostro business si basa sul principio territoriale (utili offshore)
  • Cercate costi di compliance bassi

I rischi: ciò che dovete valutare bene

Non sarei un consulente affidabile senza parlarvi anche dei rischi:

  • Instabilità politica: Altri cambiamenti possibili
  • Reputazione: Partner occidentali potrebbero dubitare
  • Compliance bancaria: Maggiore due diligence delle banche estere
  • Fuga di talenti: Molti professionisti lasciano HK

Caso pratico: produttore industriale tedesco a Hong Kong

Un mio cliente utilizza Hong Kong con successo per affari con la Cina:

  • Business di partenza: Specialista in automazione industriale, 15 milioni EUR fatturato
  • Struttura Hong Kong: Trading company per import/export cinese
  • Punto chiave: L’80% degli utili è offshore (principio territoriale)
  • Carico fiscale effettivo: Solo 3,2% sugli utili HK-sourced

Importante: richiede pianificazione accurata e costante verifica delle source-of-income rules.

La mia opinione sincera su Hong Kong

Hong Kong non è per tutti. Se siete avversi al rischio o pensate solo all’ottimizzazione fiscale, ci sono alternative migliori.

Ma se il vostro obiettivo vero è la Cina e sapete gestire un po’ di incertezza, Hong Kong resta una scelta degna di attenzione.

La decisione dipende dalla vostra situazione individuale. Ecco perché ora passiamo al confronto diretto.

Confronto diretto: Fiscalità, accesso al mercato e certezza giuridica

È il momento della verità. Quale hub è davvero il migliore per il vostro modello di business?

Vi offro un’analisi sincera basata sui dati. Niente slogan, solo fatti.

Carico fiscale totale: la realtà dietro i numeri

Le aliquote nominali sono solo la punta dell’iceberg. Vediamo il carico reale in vari scenari:

Scenario Singapore Dubai Hong Kong
Startup (200k EUR utili) 5-8% 6,8% 8,25%
PMI (1 Mio EUR utili) 10-12% 9% 3-16,5%*
Azienda consolidata (5 Mio EUR) 15-17% 9% 5-16,5%*
Business IP-intensive 5-10% 0-9% 0-16,5%*

*In base alla quota di reddito originato a Hong Kong

Risultato: non c’è un vincitore assoluto in tutti i casi.

Pianificazione fiscale internazionale Asia: calcolare anche la compliance

I costi effettivi vanno ben oltre le tasse:

Tipo costo Singapore Dubai Hong Kong
Costituzione 3.000-5.000 EUR 5.000-8.000 EUR 2.000-4.000 EUR
Compliance annuale 120.000-180.000 EUR 60.000-120.000 EUR 25.000-60.000 EUR
Minimi costi ufficio 36.000-96.000 EUR 15.000-40.000 EUR 12.000-30.000 EUR
Minimi costi personale 72.000-120.000 EUR 30.000-60.000 EUR 20.000-45.000 EUR
Totale annuo 228.000-396.000 EUR 105.000-220.000 EUR 57.000-135.000 EUR

Numeri che fanno riflettere: una struttura Singapore costa almeno 228.000 EUR all’anno — prima delle tasse.

Significa: sono necessari in media almeno 1,5-2 milioni EUR di utili perché Singapore sia vantaggiosa.

Accesso al mercato: quale hub apre quali porte?

Ecco la mia valutazione strategica dei diversi target:

Sud-Est asiatico (ASEAN)

  • Singapore: ⭐⭐⭐⭐⭐ (accesso ottimale)
  • Dubai: ⭐⭐ (accesso limitato)
  • Hong Kong: ⭐⭐⭐ (buono, non top)

Cina

  • Singapore: ⭐⭐⭐ (tramite RCEP)
  • Dubai: ⭐⭐ (limitato)
  • Hong Kong: ⭐⭐⭐⭐⭐ (imbattibile!)

India

  • Singapore: ⭐⭐⭐⭐ (ottimo)
  • Dubai: ⭐⭐⭐⭐⭐ (perfetto con CEPA)
  • Hong Kong: ⭐⭐ (accesso limitato)

Regione MENA

  • Singapore: ⭐ (molto limitato)
  • Dubai: ⭐⭐⭐⭐⭐ (perfetta posizione)
  • Hong Kong: ⭐⭐ (accesso limitato)

Sicurezza giuridica: il fattore determinante

Valutazione basata sugli sviluppi attuali:

Singapore

  • Stabilità politica: ⭐⭐⭐⭐⭐
  • Sistema legale: ⭐⭐⭐⭐⭐
  • Reputazione internazionale: ⭐⭐⭐⭐⭐
  • Pianificabilità: ⭐⭐⭐⭐⭐

Dubai

  • Stabilità politica: ⭐⭐⭐⭐
  • Sistema legale: ⭐⭐⭐⭐ (in crescita)
  • Reputazione internazionale: ⭐⭐⭐⭐
  • Pianificabilità: ⭐⭐⭐ (nuove leggi fiscali)

Hong Kong

  • Stabilità politica: ⭐⭐ (elementi di incertezza)
  • Sistema legale: ⭐⭐⭐⭐ (ancora affidabile)
  • Reputazione internazionale: ⭐⭐⭐ (è calata)
  • Pianificabilità: ⭐⭐ (rischio di cambi repentini)

Confronto ROI: quando conviene ciascuna piazza?

I numeri pratici per diverse dimensioni di utili:

Con 500.000 EUR di utile annuo:

  • Germania: 225.000 EUR tasse (45%)
  • Singapore: 50.000 EUR tasse + 250.000 costi = perdita!
  • Dubai: 36.000 EUR tasse + 150.000 costi = 39.000 EUR risparmi sui costi tedeschi
  • Hong Kong: 41.250 EUR tasse + 80.000 costi = 103.750 EUR di vantaggio

Con 2 milioni EUR di utile annuo:

  • Germania: 900.000 EUR tasse (45%)
  • Singapore: 240.000 tasse + 300.000 costi = 360.000 EUR vantaggio
  • Dubai: 171.000 tasse + 180.000 costi = 549.000 EUR
  • Hong Kong: 165.000 tasse + 100.000 costi = 635.000 EUR*

*Nel caso di massimo vantaggio dal principio territoriale

La mia raccomandazione, in base al vostro profilo

Dopo 15 anni di esperienza nella pianificazione fiscale internazionale, ecco le mie direttive:

Scegliete Singapore se:

  • Utili annui sopra i 2 milioni EUR
  • ASEAN è il vostro mercato principale
  • Avete bisogno della massima certezza normativa
  • Siete disposti a investire in vera sostanza locale

Scegliete Dubai se:

  • Utili annui tra 500.000 e 5 milioni EUR
  • Puntate a MENA o India
  • Preferite una compliance pragmatica
  • Volete sfruttare anche vantaggi fiscali personali

Scegliete Hong Kong se:

  • La Cina è la vostra priorità assoluta
  • Potreste convivere con incertezze politiche
  • Il vostro modello sfrutta appieno il principio territoriale
  • Cercate compliance a basso costo

Importante: sono linee guida. Ogni situazione può comportare soluzioni diverse.

Applicazione pratica: Il vostro piano operativo step by step

Basta teoria. Passiamo alla pratica.

Avete scelto la location? Perfetto. Ora vi mostro come impostare la struttura asiatica in modo legale ed efficiente.

Dall’esperienza, il 70% delle strutture internazionali fallisce non per la strategia ma per la scarsa implementazione. Questo errore lo eviteremo.

Fase 1: Preparazione e struttura (settimane 1-4)

Settimana 1: Analisi della vostra situazione attuale

Prima di attivarsi, va compresa la posizione di partenza:

  • Analisi del modello di business: Cosa si può realmente delocalizzare?
  • Flusso di cassa: Dove si generano davvero i profitti?
  • Revisione dei contratti: Cosa va ristrutturato?
  • Calcolo delle imposte in Germania: Quanto potreste risparmiare?
  • Compliance: Tutte le dichiarazioni fiscali tedesche sono aggiornate?

Il mio consiglio: fate una SWOT analisi sincera — così individuate subito gli ostacoli.

Settimane 2-3: Progetto della struttura ottimale

Ora si costruisce la struttura migliore:

  1. Definizione della holding: Serve una subholding?
  2. Distribuzione di funzioni e rischi: Quali attività dove?
  3. Struttura IP: È possibile delocalizzare brevetti, marchi, know-how?
  4. Transfer pricing: Come impostare le transazioni infragruppo?
  5. Strategia di uscita: Come riorganizzare facilmente la struttura in futuro?

Fondamentale: pensate in scenari. E in caso di crescita? Di problemi? Di cambi normativi?

Settimana 4: Validazione legale e fiscale

Fate verificare la struttura da esperti:

  • Diritto tedesco: La struttura è conforme all’AO?
  • Normativa locale: Si rispettano i requisiti del paese?
  • Ottimizzazione CDI: Avete sfruttato tutti i vantaggi?
  • Sostanza: Tutti i parametri sono fattibili?

Fase 2: Costituzione e avvio (settimane 5-12)

Singapore: il processo di costituzione

  1. Prenotazione nome azienda: Ricerca e riserva presso ACRA (1-2 giorni)
  2. Versamento capitale minimo: 1 SGD basta, consigliato 10.000-50.000 SGD
  3. Nomina direttore locale: Richiesto residente a Singapore
  4. Sede legale: Ufficio fisico a Singapore
  5. Registrazione ACRA: Domanda online (1-2 giorni)
  6. Registrazione GST: Obbligatoria se ricavi >1M SGD
  7. Apertura conto bancario: DBS, OCBC, UOB (2-4 settimane)

Durata totale: 6-8 settimane

Costo: 3.000-5.000 EUR (escl. costi operativi)

Dubai: il processo di costituzione

  1. Scegliere Freezone o Mainland: In base alla strategia
  2. Approvazione nome azienda: DED o Freezone Authority (1-3 giorni)
  3. Capitale minimo: Dipende dal business, di solito 50.000–300.000 AED
  4. Contratto di affitto: Per l’ufficio
  5. Licenza commerciale: Secondo le attività
  6. Richiesta Emirates ID: Per tutti i soci
  7. Apertura conto: Emirates NBD, ADCB, ENBD (4-8 settimane)

Durata totale: 8-12 settimane

Costo: 5.000-8.000 EUR (escl. costi operativi)

Hong Kong: il processo di costituzione

  1. Verifica nome azienda: Ricerca presso Companies Registry
  2. Capitale minimo: 1 HKD basta, consigliato 10.000 HKD
  3. Deposito statuto/incorporation: Modulo NNC1
  4. Registrazione attività: Presso Inland Revenue Department
  5. Ordine company seal: Per i documenti ufficiali
  6. Apertura conto: HSBC, Standard Chartered o Hang Seng (2-6 settimane)

Durata totale: 4-6 settimane

Costo: 2.000-4.000 EUR (escl. costi operativi)

Fase 3: operatività (settimane 13-20)

I primi passi critici

Una volta registrata la società, comincia il lavoro reale:

  • Impianto contabile: Software conforme GAAP locale
  • Assunzione personale: Per la sostanza
  • Allestimento ufficio: Attività reale, non virtuale
  • Ristrutturazione dei contratti: Nuova struttura nei rapporti con clienti e fornitori
  • Registrazioni fiscali: Presso tutte le autorità rilevanti

Errori tipici da evitare

Li vedo puntualmente:

  1. Sostanza fittizia: Società di comodo senza reale attività
  2. Transfer pricing scorretto: Scambi infragruppo irrealistici
  3. Documentazione lacunosa: Contabilità non rigorosa
  4. Trascurare le regole tedesche: Tasse CFC e simili
  5. Spostamento troppo rapido: Trasferire tutti gli utili all’estero subito

Fase 4: gestione continuativa e ottimizzazione

Cose da fare mensilmente per una struttura regolare

  • Contabilità aggiornata: Tutti i documenti ben archiviati
  • Sostanza documentata: Elenchi personale, costi, riunioni
  • Transfer pricing monitorato: Prezzi sempre di mercato
  • Scadenze in agenda: Nessuna data dimenticata

Revisione trimestrale

  • Updates fiscali: Cambi in ciascun paese
  • Business check: La struttura è ancora adatta?
  • Margini di miglioramento: Si può ottimizzare qualcosa?
  • Piani di exit: Serve correggere qualcosa?

Fattori critici per strutture sostenibili

Dopo centinaia di strutture seguite, questi sono i fattori decisivi:

  1. Sostanza reale: Niente trucchi, vera attività
  2. Documentazione impeccabile: Tutto ricostruibile e a prova di audit
  3. Compliance continua: Le regole cambiano, bisogna essere aggiornati
  4. Supporto professionale: Esperti locali in ogni paese chiave
  5. Visione di lungo termine: Pensate in anni, non mesi

Nota: una struttura fiscale internazionale non è un “set and forget”. Serve attenzione e manutenzione costanti.

Pronti ad affrontare questa sfida? Allora entriamo ora nei tipici errori da evitare a tutti i costi.

Errori comuni e come evitarli con successo

Ora condivido con voi una storia che può risparmiarvi molti soldi e seccature:

Un cliente di due anni fa. Disperato. Aveva aperto una struttura a Dubai. Tutto perfetto sulla carta. Tasse al 9% invece che il 45% tedesco.

Il problema? L’Agenzia delle Entrate tedesca ha classificato la Dubai company come società di comodo. Tassazione CFC. Maxi-richiesta: 340.000 EUR più interessi.

L’errore? Credere che bastino le tasse basse.

Per evitarvi guai simili, ora elenco gli errori più comuni — e come prevenirli.

Errore 1: Sottovalutare la sostanza

Il classico. Molti pensano che basti una società di comodo per una struttura internazionale.

Sbagliato.

Tutte e tre le piazze ora prevedono requisiti stringenti di Economic Substance:

Cosa fa davvero sostanza:

  • Dipendenti qualificati in loco: Non solo staff amministrativo
  • Uffici adeguati: Proporzionati al tipo di attività
  • Decisioni effettive: Riunioni CdA con vere delibere
  • Operatività reale: Attività commerciali reali, non solo gestione
  • Spese congrue: Costi coerenti con il business

La corretta soluzione:

Documentate tutto in modo certosino. Tenete traccia di:

  • Contratti e cv dei dipendenti
  • Costi e uso degli uffici
  • Verbali CdA con decisioni concrete
  • Flussi operativi e clienti
  • Spese in proporzione ai ricavi

Errore 2: Sottovalutare la CFC tedesca

La CFC tax (§§ 7-14 AO) è una trappola per molti.

In sintesi: se la società estera non svolge attività vera, gli utili sono tassati in Germania.

Controlli chiave dell’Agenzia fiscale:

  1. Redditi passivi: (interessi, dividendi, royalties)
  2. Gestione & controllo: Dove si prendono le decisioni?
  3. Attività economica: C’è attività reale?
  4. Qualifica dei redditi: Correttamente attribuita?

Le contromisure:

  • Safe harbor: Pochi rischi con attività commerciale genuina
  • Prova delle attività: Documentate tutto l’operato sostanziale
  • Gestione locale: Decisioni prese in loco
  • Transfer pricing congruo: Prezzi realistici fra affiliate

Errore 3: Transfer pricing sbagliato

Il transfer pricing è la spina dorsale. Nell’80% delle ispezioni fiscali internazionali è il punto critico.

Errore tipico: prezzi infragruppo del tutto irrealistici.

Errori diffusi:

  • Royalties eccessive: 15% del fatturato per un marchio medio
  • Management fee gonfiate: 500.000 EUR per consulenza minima
  • Margini troppo alti: 50% su distribuzione semplice
  • No documentazione: Nessuna motivazione scritta

Procedura corretta:

  1. Analisi funzioni/risichi: Cosa fa davvero ogni società?
  2. Benchmarking: Confronto con i prezzi di mercato
  3. Documentazione: Spiegazione scritta delle scelte di prezzo
  4. Review periodica: Prezzi sempre aggiornati

Un consiglio: fate validare il transfer pricing da un esperto. Costo: 5-15.000 EUR. Ma vi risparmia molti guai (e soldi).

Errore 4: Sopravvalutare le Convenzioni contro la doppia imposizione

Le CDI sono più complesse di quanto sembri. Errore classico: si pensa che basti una CDI per evitare la doppia tassa.

Sbagliato. Le CDI regolano chi può tassare. Non garantiscono l’esclusività della tassazione.

Attenzione a questi punti:

  • Residenza fiscale: Dove è fiscalmente residente la società?
  • Tie-breaker: In caso di doppia residenza
  • Stabile organizzazione: Avete una PE in Germania?
  • Withholding rules: Come sono gestite le ritenute transfrontaliere?

Consigli pratici:

  • Tax residency certificate: Ottenetelo sempre
  • PE avoidance: Evitate stabili organizzazioni in Germania
  • Pagamenti a prova di CDI: Ottimizzate i flussi
  • Advance Pricing Agreements: Concordate in anticipo per strutture grandi

Errore 5: Non rispettare i cicli di compliance

Strutture internazionali = compliance tripla. Anche una sola scadenza saltata può far crollare tutto.

Calendario scadenze chiave:

Paese Bilancio Dichiarazione fiscale Altri adempimenti
Germania 31/12 (invio entro 31/7) 31/5 (o 28/2 con consulente) Comunicazioni periodiche IVA (mensili)
Singapore Fine esercizio + 6 mesi Fine esercizio + 3 mesi GST Return (trimestrale)
Dubai 31/12 + 3 mesi 31/12 + 9 mesi VAT Return (trimestrale)
Hong Kong Fine esercizio + 9 mesi Fine esercizio + 18 mesi Annual Return (annuale)

Il mio metodo compliance:

  1. Calendario digitale: Tutti i termini sono registrati
  2. Partner locali affidabili: Esperti fiscalisti in ogni paese
  3. Revisioni trimestrali: Controllo costante dello stato
  4. Sistemi backup: Doppie e triple notifiche

Errore 6: Non pianificare l’exit

Tutti pensano all’ingresso, nessuno all’uscita. Un errore costoso.

Cambi politici, legislativi o personali possono richiedere modifiche urgenti.

Tipici scenari di uscita:

  • Instabilità politica: Cambiamenti improvvisi nella country
  • Nuove leggi: Novità fiscali o rescissioni di CDI
  • Mutamento del business: Nuova strategia
  • Motivi personali: Trasferimenti, vendita etc.
  • Problemi compliance: Dispute con le autorità

Come pianificare:

  • Strutture modulari: Parti modificabili facilmente
  • Contratti flessibili: Prevedete clausole di uscita/adattamento
  • Piano liquidità: Riserva cash per la ristrutturazione
  • Piani alternativi: Sempre pronto un piano B (e C)

Errore 7: Ignorare la tassazione personale

Molti si concentrano solo sulle tasse societarie. Ma dimenticano la propria posizione fiscale personale.

Come cittadini tedeschi rischiate di essere tassati comunque in Germania, anche avendo strutture estere.

Punti critici:

  • Residenza fiscale illimitata: Se residenti o con centro d’interessi in Germania
  • Residenza limitata prolungata: 10 anni dopo l’espatrio, se con partecipazioni tedesche
  • CFC tax: Redditi passivi della società estera
  • Obblighi di trasparenza: Comunicazione delle partecipazioni estere

Soluzioni:

  • Verificate la residenza fiscale: Fate chiarezza
  • Pianificate le distribuzioni: Timing e importi dei dividendi
  • Retribuzioni alternative: Stipendio, dividendo, prestito?
  • Piano a lungo termine: Valutate anche l’espatrio

Regola d’oro: Pianificate la posizione personale come quella societaria.

Tutti questi errori sono evitabili — se li conoscete e pianificate di conseguenza. Per questo la consulenza professionale è così importante.

La mia conclusione: Quale location si adatta al vostro business?

Dopo 4.000 parole di analisi approfondita è il momento delle raccomandazioni nette.

La verità è questa: non esiste la location perfetta per tutti. Ma esiste la soluzione ottimale per VOI.

La scelta dipende da quattro fattori: modello di business, mercati target, propensione al rischio e budget disponibile.

La mia matrice consigli per il 2025

Scegliete Singapore se…

  • Utile annuo sopra 2 milioni EUR
  • Volete penetrare mercati ASEAN
  • La certezza normativa è fondamentale
  • Modello molto IP-intensive
  • Pronti a investire in vera sostanza locale

Candidati tipici: Software house consolidate, costruttori meccanici con brevetti, studi di consulenza con focus ASEAN

Break-even ROI: Da 1,5 milioni EUR di utile annuo

Scegliete Dubai se…

  • Utili annui tra 500.000–5 milioni EUR
  • Volete espandervi in area MENA o India
  • Preferite compliance pragmatica
  • Volete sfruttare anche vantaggi fiscali personali
  • Modello trading o E-Commerce

Candidati tipici: Imprenditori e-commerce, grossisti, servizi digitali

Break-even ROI: Da 400.000 EUR di utile annuo

Scegliete Hong Kong se…

  • La Cina è il vostro primo mercato target
  • Sapete gestire rischi politici
  • Il vostro modello usa appieno il principio territoriale
  • Cercate costi di compliance bassi
  • Avete già relazioni consolidate in Cina

Candidati tipici: Società import/export con focus Cina, produttori industriali, trader materie prime

Break-even ROI: Da 300.000 EUR di utile annuo

I reality check da porsi prima di decidere

Rispondete con sincerità a queste domande:

  1. Sostanza: Disponibili ad avviare reale attività sul posto?
  2. Compliance: Siete in grado di gestire la contabilità internazionale complessa?
  3. Costi: Il risparmio fiscale giustifica un extra budget annuo tra 60.000 e 400.000 EUR?
  4. Tempo: Avete risorse per viaggi e meeting regolari?
  5. Rischio: Come affrontate cambi normativi improvvisi?

Se esitate su più di due punti, rivalutate la strategia.

Le mie 3 alternative top per PMI

Per molti esportatori tedeschi le tre piazze principali sono troppo impegnative. Ecco le mie alternative:

1. Estonia (residenza UE con privilegio di accumulation)

  • Tasse: 0% su utili accantonati, 20% sulle distribuzioni
  • Vantaggi: Accesso UE, gestione digitale, costi bassi
  • Adatto a: Espansioni EU, modelli digitali

2. Cipro (eu-holding con vantaggi IP)

  • Tasse: 12,5% IRES, 0% sui dividendi
  • Vantaggi: Ottime CDI, patent box, regime UE
  • Adatta a: Strutture holding, business IP-intensive

3. Malta (piazza UE con sistema di rimborso)

  • Tasse: 35% nominali, ma fino al 30% recuperabili
  • Vantaggi: Effettiva al 5% con struttura ottimale
  • Adatta a: Trading, servizi cross-border

I 5 fattori chiave di successo

Qualunque sia la vostra scelta, questi elementi fanno la differenza:

  1. Sostanza reale: Investite in attività vera
  2. Tutela locale professionale: Non risparmiate sul supporto
  3. Compliance continua: Sempre aggiornati sulle novità
  4. Documentazione: Registrate tutto con scrupolo
  5. Visione a lungo termine: Pensate in anni, non trimestri

Il mio consiglio finale

Dopo 15 anni di esperienza in fiscalità internazionale vi dico: la struttura migliore è quella che potete sostenere nel lungo termine.

Meglio pagare il 20% e dormire sereni per 10 anni, che rincorrere il 5% con continui problemi di compliance.

Quindi: siate onesti con voi stessi, non sopravvalutate le vostre risorse, non sottovalutate la complessità.

Soprattutto: fatevi seguire da veri esperti. Una struttura ben pianificata vi farà risparmiare non solo tasse, ma anche stress e notti insonni.

L’investimento in una buona consulenza ripaga sempre.

Siete pronti al passo successivo?

Il vostro RMS

Domande frequenti

Posso trasferire semplicemente la mia GmbH tedesca in Asia?

No, il trasferimento diretto non è possibile. Bisogna costituire una nuova società nel paese di destinazione e spostare gradualmente l’attività. Importante: attenzione al regime tedesco di exit tax.

Quali sono i costi totali realistici per una struttura in Asia?

I costi annuali variano molto: Hong Kong 60.000-140.000 EUR, Dubai 120.000-250.000 EUR, Singapore 250.000-450.000 EUR (includono sostanza, compliance, consulenza locale).

Devo trasferirmi personalmente nel paese?

Non è obbligatorio, ma dovete comprovare reale attività locale. Questo comporta almeno 4-6 viaggi l’anno e veri board meeting. Valutare un trasferimento del domicilio può essere utile per vantaggi fiscali.

Quanto serve per creare una struttura realmente operativa?

Prevedete 4-6 mesi per l’implementazione completa. La costituzione dura 4-12 settimane, ma occorre tempo per costruire la sostanza e gli assetti operativi.

Cosa succede in caso di verifica fiscale in Germania?

Con una struttura regolare e reale sostanza economica non avrete problemi. Importante: documentazione completa di tutte le attività, transfer pricing di mercato, rispetto delle regole di sostanza.

Posso continuare a servire i clienti tedeschi?

Sì, ma con cautela. Evitate di instaurare una stabile organizzazione in Germania. Le vendite devono essere gestite dalla sede straniera. Contratti e trattative devono avvenire all’estero.

Che impatto ha la Brexit su queste strutture?

La Brexit ha rafforzato le strutture asiatiche. Molte aziende cercano ora alternative a Londra. Singapore beneficia molto dell’accordo commerciale UE-Singapore.

Le criptovalute sono un problema per le strutture internazionali?

Ogni paese ha le sue regole. Singapore è molto crypto-friendly, Dubai sta sviluppando regolamentazioni chiare, Hong Kong è diventata più restrittiva. Adeguate la struttura al vostro livello di esposizione.

Che effetto hanno iniziative OCSE come il BEPS?

BEPS ha rafforzato i requisiti di sostanza. Il vantaggio: con attività reale siete tutelati. Le società di comodo sono sempre più osteggiate. L’attività reale è oggi più importante che mai.

Una struttura asiatica può convenire anche per l’e-commerce?

Decisamente sì, soprattutto Dubai è ideale per l’e-commerce: consente di servire MENA e India. Singapore è ottima per l’e-commerce nel sud-est asiatico. Attenzione: serve logistica reale e customer care locale per dimostrare sostanza.

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